VETUS ORDO MISSAE (di P. Gallo Ziffer)

VETUS ORDO MISSAE (di P. Gallo Ziffer)

Immaginare di intonare il Corano in moschea o la Torah in sinagoga in lingua italiana, croata o svedese sarebbe ridicolo già di per se stesso, proibire invece addirittura l'uso liturgico della "lingua sacra" (leshon hakodesh) sarebbe blasfemo e completamente antiebraico o antislamico "tout court": e lo stesso vale per i mantra vedici o per i kirtan induisti, per non parlare poi delle liturgie tibetane o dei rituali zen e shintoisti...

In che cosa dunque il rito cattolico dovrebbe essere diverso da tutte le altre tradizioni religiose della terra? Qual è la "ratio" di questa scelta ideologica di imporre ovunque la lingua volgare e di eliminare il latino dalla liturgia, demonizzando la "lectio prisca" e la Tradizione dei Padri come se fosse nociva, e dunque da espungere?

La risposta è evidente: bisogna distruggere completamente il passato e ciò che resta della tradizione archetipica per avvalorare e accompagnare in tal modo il Big Reset globale anche a Roma, nell'attesa di fare lo stesso anche con gli altri riti delle Chiese orientali e cancellare del tutto la memoria liturgica e storica della cristianità nel suo insieme… il che, se provenisse dal fronte ateista e laicista contemporaneo avrebbe anche un senso e una sua legittimità intrinseca ("iuxta propria principia", s'intende), ma provenendo direttamente dal vertice del Papato romano disvela un disegno mirato di dissoluzione cosciente della propria memoria, senza se e senza ma.

Se questo accadesse in una qualunque delle altre tradizioni religiose citate (ebraismo, islamismo, induismo, buddhismo, shintoismo e così via) comporterebbe la fine assoluta di ogni legittimità sapienziale e il disseccamento immediato delle proprie radici, e sarebbe visto dai propri fedeli come un atto inaudito e un'apostasia clamorosa: per quale ragione invece le popolazioni cattoliche accettano e tollerano tutto ciò?

E non si tiri in ballo il luteranesimo o la massoneria per giustificare la cosa, quelle sono entrambe realtà sapienziali e confessionali precise con una propria specifica visione del mondo, nate da esigenze storiche, filosofiche, teologiche e addirittura esoteriche di varia natura e motivazione, che nulla hanno a che fare con questa sorta di frana endogena inarrestabile che spinge al suicidio la Chiesa cattolica nella sua ansia e timore di non modernizzarsi abbastanza.

Altrove lo si chiamerebbe "odio di sé", richiamando i credenti a un sussulto di orgoglio in difesa della propria cultura, identità ed eredità... qui come dovremmo chiamarlo, se non forse soltanto invocando un qualche residuo di consapevolezza e un eventuale recupero di dignità, sicuramente tardivo ma proprio per questo maggiormente apprezzabile?

Io che non sono precisamente un cattolico e non ho esigenze confessionali di sorta me lo auguro certamente, così come mi auguro che non franino una dopo l'altra anche tutte le altre tradizioni religiose di questo pianeta, seguendo l'esempio inaugurato attualmente da quanti dirigono la Chiesa di Pietro...

E' vano sperarlo? E' una mera illusione?

Staremo a vedere, e nel frattempo rivolgiamo i nostri cuori all'Eterno affinché non ci faccia deviare dalla giusta via.

Pierluigi Gallo Ziffer, Roma 18 luglio 2021


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