Piero Colombani è un personaggio “diverso”, direi metastorico. Ci siamo conosciuti diversi anni fa e da allora ho iniziato a seguire il suo lavoro di artista modernissimo ma con delle radici arcaiche solidissime al punto di restare interdetti di fronte a delle opere che sembrano uscire da un’abbazia Cistercense.. Autore di lavori colossali che meriterebbero spazi espositivi a misura e sopratutto una critica in grado di comprenderle. Ma tra le tante l’opera sicuramente più travolgente e spettacolare è il suo Codex. Libro enorme, codice miniato, totalmente scritto su pergamena in centinaia di fogli, segue l’autore per tutta la vita ed espone al suo interno dottrine gnostiche, elementi filosofici, visioni apocalittiche finimente illustrate pagina dopo pagina. Non è un libro nato per essere venduto ma per essere esposto. E’, sotto un certo aspetto l’immagine stessa di Colombani in un “autoritratto del suo pensiero” e delle sue a volte devastanti opinioni su un’umanità avviata inesorabilmente alla autodistruzione. Tra i gorghi infernali il vizio sopravanza se stesso e la follia collettiva rende tutto possibile come in un quadro di Bosh. Colombani lancia degli sprazzi di serenità, delle piccole perle idilliache che galleggiano tra i flutti dello strapotere dell’Ignoranza. Ignoranza quale forza possente, che domina su ogni tentativo di umano riscatto.
Dare un giudizio estetico su Piero Colombani è superfluo. E’ un grande artista che usa un linguaggio estetico nobile, dei materiali altrettanto nobili e una raffinatezza miniaturistica degna dei codici benedettini quattrocenteschi. Ma è l’insieme, a mio avviso, che deve far riflettere. Il lavoro di un uomo, in fondo isolato, sostenuto da una validissima artista (Carmen Bertacchi) e che conduce una specie di anabasi e catabasi solitarie, sulla via della Coscienza e della Conoscenza, affrontando i suoi personali mostri e attraversando quelli di tutta l’umanità, in una coraggiosa discesa agli inferi. E’ impegnativo guardare in faccia i “mostri” realizzati da Colombani. La varietà delle forme diaboliche che sembrano uscite da un Demiurgo assassino sovrasta la possibilità di chi guarda. Eppure nella rappresentazione dell’orrore esiste la difficile via del riscatto. Per alcuni? per nessuno, per tutti?
Il viaggio di Piero prosegue. Bravo Piero.