OLTRE IL 2024-2025 (di Claudio Lanzi)

OLTRE IL  2024-2025

di Claudio Lanzi

1358 Oltre il 2024 2025

Sono passati molti anni da quando provavo una sorta di piacere, di solletico nel cuore, di bollicine nell’anima, nel commentare, a volte seriamente altre ironicamente le cosidette “ricorrenze”, i giorni fas o nefas, le ierofanie, i miti degli Eroi e dei Santi.

Molti anni fa, mentre la “gente” fuori casa produceva frastuoni infernali, ci riunivamo col grandioso dott. Placido Procesi, o con altri cari amici noti e meno noti, che ricordo tutti (decine e decine) da Graziotti con cui parlavamo di geometria arcaica,  alla Domizia Lanzetta (in bilico fra Dioniso e le Vestali). Alcuni che hanno preso la via delle stelle, mi mancano un po’, ma li sento tutti ugualmente vicini. Parlavamo e scrivevamo dei “massimi sistemi”, tiravamo, un po per celia e…”un po’ per non morir” le “sortes”, con la speranza di poter salvare qualcosa…e ora?

E ora, porcaccia miseria, non mi va più perché non so esattamente cosa bisogna salvare.

Tutta la filosofia, l’alchimia, la geometria e la pratica con cui mi sono accompagnato dallo scorso secolo, le sento lievi come una foglia sul mio cuore; diventano invece pesanti come un incudine in questo mondo bramoso di logica e… vuoto di spirito.Sto forse scrivendo per far finta di essere quel saggio che non sono, per mettere in gioco quelle tonnellate di presunzione che mi fanno ancora credere di poter indicare “la Via”? A chi? A me stesso? Alla fine sto di nuovo parlando di me: e questo come devo chiamarlo se non “ego” ancora subdolamente ipertrofico nonostante tanto lavoro.

Beh, ho dedicato tre quarti della mia esistenza a cercare di conservare cose e principii arcaici ed arcani di cui sono ancora follemente innamorato. Ho perfino costruito uno scrigno dove metterle tutte queste “cose”.Mi sembra tuttora che possa esser molto utile…per alimentare quello Spirito di cui spesso ci si prende gioco.  E sta funzionando, a detta di tutti coloro che vengono a trovarci.

Sono troppo ottimista? Forse ho trascurato una cosa importante: Noi umani difendiamo ciò che gratifica, ciò che sollecita la messa in scena, ciò che ci fa protagonisti della Commedia (assai poco Divina).E questa scoperta mi mortifica perché, cari amici, coinvolge fatalmente anche me che faccio spudoratamente l’elogio dell’umiltà così difficile a perseguire.

Questa è la ragione per cui nel 2000, in piena follia collettiva,  ho iniziato a disegnare, senza tecnica e senza basi. Alla mia età!! A disegnare figure che alcuni dicono siano interessanti. Cercando di tradurre con il Lapis (bello metterlo maiuscolo eh?) ciò che mi sembra sempre più assurdo tradurre con le parole. E’ stata una esperienza importante (per me), diversa dalla grafica stereotipata e da quello che immaginavo di poter fare. Troverete alcuni di questi disegni nel libro che presenteremo tra un mese o due.

Aver disegnato senza dialogare…mi ha divertito molto e allontanato dai dialoghi.

E veniamo al 2025

In questo mondo precotto, questi “Natali parlati” e formattati, che non sono neanche più kitsch da quanto sono volgari, queste giubilazioni piene di pandoro e torrone nella bocca dei celebranti, insieme a tonnellate di buoni propositi mi hanno ormai letteralmente disgustato. 

All’interno delle chiese supermarket o delle istituzioni politiche, traboccano spaventose ipocrisie sulla… pace guerreggiata e su come rendere tutto normale purchè fattibile ed economicamente sostenibile. Da quando ho memoria dell’”homo politicus”, sento sempre più stretta la prigione parolaia e spocchiosa in questo illusorio paese dei balocchi. Un mondo dove è possibile chiamare “Arte” deliri assolutamente narcisistici, intellettuali, che richiedono pensiero e non stupore, logica hegheliana e non estasi, spiegazioni kafkiane e non trepidazione (e mi rifaccio a un vecchio discorso del prof. Cacciari). Mondo che si è scordato di…accordare il cuore, per privilegiare la testa del performer autocelebrante. Un paese in cui un cubo di cemento armato può essere chiamato chiesa, ha dimenticato cosa vuol dire “religioso”, cosa è “mistico” e quindi anche cosa è sacro.

O per lo meno anche se da giovane ho contribuito inconsapevolmente a permettere questo scempio, farò del tutto per fermarlo con i miei modestissimi mezzi: via dalla pazza folla, lontano dal frastuono continuo, dalla presunzione, dalla continua riproposta delle proprie nevrosi come “capolavori” da osannare. Fino a che un grammo di salute me lo permetterà, andrò ad ascoltare gli uccellini in campagna, le acque mormoranti nei ruscelli e nel mare, i venti nelle tempeste, e perfino i terremoti. Tutto è meglio delle urla terrorizzate di una umanità sballottata in un frullatore psichiatrico, governata dalla mostruosità della finanza.

E, parafrasando il grande Amedeo Nazzari nella Cena delle beffe auguro a tutti gli amici di trovare una buona terra, interiore ed esteriore, dove costruire qualcosa che abbia un senso, un orientamento, una bellezza e una sacralità manifesta e partecipabile. Una estensione Armonica. Non è semplice ma dobbiamo provarci. Anzi “ri-provarci.”

E Chi non beve con me…peste lo colga” Cin Cin.

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