Quello di René Guénon è un nome che non necessita certo di presentazioni per i lettori di Simmetria. Necessita però una presentazione il volume che proponiamo, perché, pur non sconvolgendo i dati noti e acquisiti sull’opera del Nostro, ne amplia i confini oltre il già noto. Il fatto è che l’epistolario di René Guénon, ben lungi dal costituire una curiosità ed un’appendice, magari aneddotica, dell’esposizione della metafisica integrale e tradizionale, ne costituisce una parte essenziale ed inscindibile. Di ciò si sono già accorti alcuni studiosi, che proprio attraverso la lettura dello sconfinato epistolario hanno realizzato nuovi e valorosi studi, valgano su tutti i francesi Jean–Pierre Laurant, autore della monografia tradotta in Italia presso le Edizioni Mediterranee con il titolo René Guénon. Esoterismo e Tradizione, e Xavier Accart, autore di una tesi di oltre un migliaio di pagine intitolata Guénon ou le renversement des clartés. Influence d’un métaphysicien sur la vie littéraire et intellectuelle française (1920-1970), pubblicata circa un decennio fa e di cui si attende un coraggioso editore che ne appronti una traduzione per il nostro Paese. Nel frattempo non possiamo che plaudere alla nuova pubblicazione della Luni Editrice di Matteo Luteriani, casa editrice ampiamente nota ai nostri lettori, sia per la decina di opere guenoniane già in catalogo, che per altri prestigiosi volumi di orientamento tradizionale.
Il testo in questione è in verità molto particolare, perché non riporta alcun epistolario particolare, ma, come recita il titolo, frammenti di vari epistolari messi insieme per temi, al fine di restituire una visione ampliata della dottrina del Nostro. L’ideatore di tale operazione editoriale è lo studioso di orientamento tradizionale Mircea Tamas, romeno immigrato in Canada, di cui è nota una precedente opera, pubblicata anche in Italia dalle Edizioni all’insegna del Veltro di Claudio Mutti con il titolo Agarttha transilvana, che documenta la presenza nella Romania primitiva di un centro derivato dalla tradizione polare primordiale. Mircea Tamas, la cui prolifica attività intellettuale, a partire dalla promozione dal 2004 di una pregevole rivista di studi tradizionali dal titolo Oriens, può essere seguita sul sito web http://www.regnabit.com/, ha selezionato il materiale da circa 600 lettere di Guénon suddividendolo in nove parti, che richiamano fedelmente nei titoli altrettante opere di Guénon: Gli stati molteplici dell’essere, Forme tradizionali e cicli cosmici, Il Re del mondo, Sull’esoterismo cristiano, Studi sulla Massoneria, Iniziazione e realizzazione spirituale, Simboli della scienza sacra, La crisi del mondo moderno, Recensioni.
Quello che emerge da subito e con particolare evidenza è che su ogni tema Guénon aveva degli interlocutori privilegiati con i quali dialogava e attraverso i quali raffinava la propria esposizione. Così la prima parte (Gli stati molteplici dell’essere), la più filosofica, è montata principalmente con passi di lettere scritte a Pierre Germain e Noële Maurice-Denis Boulet. ll primo (1888-1922) è un suo compagno di studi filosofici, nonché vecchio amico del periodo <<gnostico>>, convertitosi al cattolicesimo dopo un pellegrinaggio a Lourdes. La seconda (1896-1969), figlia maggiore del celebre pittore Maurice Denis, è una teologa, specialista di archeologia cristiana e di storia della liturgia, che all’epoca del carteggio frequentava l’Istituto Cattolico di Parigi, nonché il circolo di Raïssa e Jacques Maritain, il filosofo che fu da lei presentato a Guénon, con il quale iniziò una ostilità durata un’intera vita, al punto, come pare, di avere chiesto ad alte autorità ecclesiastiche, ma invano, la messa al bando delle opere del Nostro e la sua scomunica. Ben diverso fu l’atteggiamento di Noële Maurice-Denis, che tra il 1916 e il 1923 frequentò assiduamente Guénon e la moglie, mantenendosi su posizioni prudentemente distinte, ma senza
mancare di tracciare, molti anni dopo, un lusinghiero profilo del Nostro nel lungo saggio L’esotériste René Guénon, che apparve nel 1962 sulla rivista La pensée catholique. Se i passi del carteggio con Pierre Germain e Noële Maurice-Denis Boulet offrono preziosi elementi intorno alle nozioni principali della metafisica tradizionale, come <<Infinito>>, <<Intelletto>>, <<Il non-manifestato e il manifestato>>, <<Non-essere ed Essere>>, <<La Possibilità universale e la possibilità>>, una futura pubblicazione integrale dei carteggi offrirà preziosi elementi conoscitivi anche ai fini di quella ricostruzione della ricezione del Nostro nel mondo cattolico, inaugurata nel nostro Paese da Aldo La Fata con la rassegna bibliografica ragionata contenuta in appendice al testo di Christophe Andruzac René Guénon nel pensiero cattolico, pubblicato nel 2014 da Simmetria.
Per quanto riguarda la seconda parte (Forme tradizionali e cicli cosmici), l’interlocutore più presente è senz’altro Gaston Georgel (1899-?), uno dei maestri, assieme a Jean Phaure, della cosiddetta <<ciclologia tradizionale>>, ed autore conosciuto nel nostro Paese per il volume pubblicato dalla casa editrice Il Cerchio con il titolo Le quattro età dell'umanità: introduzione alla concezione ciclica della storia. Vasile Lovinescu (1905-1984) è, invece, non a caso, ampiamente presente nella terza parte (Il Re del mondo). Non a caso perché Lovinescu, autore diffuso in Italia grazie alle traduzioni presso l’Edizioni all’insegna del Veltro, nonché a scritti di Mutti stesso, é romeno e, come abbiamo segnalato a proposito di Mircea Tamas il tema di Agarttha e il Re del Mondo trova grandi riscontri nella cultura di tale Paese.
Lovinescu è ampiamente presente anche nella quarta parte (Sull’esoterismo cristiano) accanto al nostro Guido De Giorgio (1890-1957). Tra le varie lettere dirette a quest’ultimo ci piace segnalarne una, piuttosto estesa, in cui Guénon, dopo aver chiesto all’interlocutore notizie circa un’apparizione della Vergine nei dintorni di Roma (episodi in cui ravvisa <<retroscena assai pericolosi>>) si sofferma con grande interesse sulla figura di Padre Pio, cui De Giorgio ha reso visita, addirittura ipotizzando somiglianze con analoghe figure dell’esoterismo islamico, in particolare l’afrād, il <<Solitario>>, di cui Seyidna El-Khidr è il Maestro. De Giorgio racconterà in seguito il suo incontro con Padre Pio nel breve, ma intenso libretto, pubblicato postumo nel 1999, Ciò che mormora il vento del Gargano… Molti temi relativi all’eterno dibattito circa l’esoterismo cristiano e le sue caratteristiche sono discussi invece con Denys Roman, al secolo Marcel Maugy (1901-1986), uno più importanti massoni cristiani di orientamento tradizionale, accanto al suo confratello Jean Tourniac, al secolo Jean Granger (1912-1995).
Denys Roman torna in maniera preponderante nella quinta parte (Studi sulla Massoneria), che offre un materiale ricco e di grande interesse sulle vicende novecentesche della Massoneria di orientamento tradizionale. Del resto Roman non fu definito da Tourniac <<il prototipo del massone guenoniano>>? Sottolineiamo tuttavia, en passant, che nel nostro Paese mentre di Tourniac sono state tradotte un paio d’opere dalle case editrici Atanòr e Irfan (rispettivamente Simbolismo cristiano e tradizione massonica, Melkitsedeq e la tradizione primordiale), nulla è stato fatto per un autore pur così importante come Roman.
Nella sesta parte (Iniziazione e realizzazione spirituale) innanzitutto torna il nome di Noële Maurice-Denis Boulet, con la quale Guénon discute in modo particolare un tema che gli stava molto a cuore, ossia la differenza fra <<realizzazione metafisica>> e <<realizzazione mistica>>. L’altro interlocutore privilegiato su tali questioni è Louis Caudron (1901-1967), un amico e <<discepolo>> (la definizione è di Laurant), che si occupò dello sgombero dell’appartamento parigino del Nostro, dopo il suo trasferimento a Il Cairo, cui inviò gran parte delle casse di libri e di carte, conservandone tuttavia una parte in casa sua, ad Amiens, città in cui Caudron, che era un ricco commerciante, mise poi una sede a disposizione della Tariqah Alawiya, di cui Fritjof Schuon era moqaddem.
Se le lettere a Caudron rivelano la preoccupazione precipua circa le possibilità di un’iniziazione nel mondo moderno non si può dire la stessa cosa del carteggio con storico e archeologo francese Louis Charbonneau-Lassay (1871-1946), protagonista della sesta parte (Simboli della scienza sacra). e autore tradotto in Italia nelle raffinate edizioni di Arkeios, nonché ampiamente studiato da PierLuigi Zoccatelli. Qui il confronto è su temi squisitamente esegetici (i simboli geometrici, i simboli animali, i simboli floreali, la simbolica dei numeri, delle lettere e delle parole e così via). Dalla lettura delle lettere si conferma come Charbonneau-Lassay fosse, con Ananda Kentish Coomaraswamy (1877-1947), autore del resto presente un po’ in tutte le parti dell’epistolario, tra i rari studiosi con cui il rapporto fu di scambio reciproco: infatti, Charbonneau-Lassay procurava al Nostro la maggior parte dei riferimenti in materia di simbolismo cristiano, chiedendone e ricevendone delucidazioni sulle altre tradizioni.
Concludiamo la rassegna delle nove parti (nell’ultima, Recensioni, non vi sono estratti di lettere, bensì cinque pagine di recensioni, assenti nell’edizione corrente di Comptes Rendus) con l’ottava (La crisi del mondo moderno), dove non c’è un interlocutore privilegiato, ma tornano un po’ tutti i principali che abbiamo già incontrato (Noële Maurice-Denis, Vasile Lovinescu, Guido De Giorgio, Louis Caudron, Louis Charbonneau-Lassay) insieme ad altri, fra i quali ci piace segnalare Louis Cattiaux (1904-1953), il carteggio con il quale data dall’inizio del 1947 alla fine del 1950, poco prima della scomparsa di Guénon avvenuta nel gennaio 1951. Cattiaux era un poeta e pittore francese, che negli ultimi anni della sua vita abbandonò quasi totalmente la pratica della pittura per consacrarsi alla redazione della sua opera principale, intitolata Il Messaggio Ritrovato ovvero l'orologio della Notte e del Giorno di Dio. Su tale opera, tradotta nel nostro paese dalle Edizioni Mediterranee una decina di anni fa, ma pubblicata in prima edizione a Parigi nel 1946, il Nostro scrisse una favorevole recensione, mentre, come ci testimonia l’epistolario, non mancò di manifestare all’amico le sue perplessità sul prefatore del testo, che era Lanza Del Vasto (1901-1981), filosofo poeta e scrittore italiano di ispirazione gandhiana, fondatore della Comunità dell’Arca. Ma sulle numerose idiosincrasie guenoniane, alcune giustificate altre no, si aprirebbe un lungo capitolo, su cui varrebbe la pensa di tornare: Paul Le Cour, Mahatma Gandhi, Romain Rolland, Paul Valery, Alfred Jarry, Bô Yin Râ, Rudolf Steiner, Matila Ghyka, Jiddu Krishnamurti, Eugène Canseliet, Georges Ivanovič Gurdjeff, Nicolas Roerich, Gustav Meyrink, Aleister Crowley…
BIBLIOGRAFIA
• RENÉ GUÉNON, Frammenti dottrinali. Epistolario inedito (traduzione di Anna Pensante), Luni Editrice, Milano 2015, pp. 422, EUR 24,00, ISBN-13: 978-8879844543