Simmetria è sempre stata una struttura apolitica, estranea a tutte le piccole e grandi manovre della sinistra e della destra, alle lotte delle lobby laiche e confessionali di qualsiasi tipo. Ovviamente non per mancanza di idee politiche o religiose, ma per l’assoluta convinzione che i gruppi politicizzati o inseriti in qualsiasi tipo di “loggia”, anche se resi “snob” da una spruzzatina d’esoterismo o di spiritualità, possano, solo e sempre, condizionare, asservire e distorcere, qualsiasi autentico tentativo di ricerca spirituale.
Siamo prevenuti e pieni di pregiudizi?
Sì, lo siamo fortemente. Per tale ragione ci costa molto “esternare” opinioni che hanno una ricaduta politica, ma lo facciamo perché la portata di certi eventi è tale da ricadere, come un macigno, su qualsiasi corretto percorso individuale e ciò rende difficilissimo, a giovani e meno giovani, distinguere il grano dalla gramigna.
Mi spiego meglio. In Italia e nel mondo sono sorte miriadi di correnti religiose, frange del cattolicesimo che s'ispirano ai personaggi più eterogenei, che vanno dai fondatori dei mega-movimenti carismatici, dotati di un mostruoso potere economico e politico, ad altri soggetti più individualisti, pseudopacifisti, vocianti e festanti a Piazza San Pietro, assembrati intorno a sacerdoti che intervengono sulle prostitute, sui drogati, sui carcerati, etc., attraverso comunità di recupero, case di “assistenza” e altre imprese sociali. E questi signori a volte fanno cose buone, altre maneggiano un sacco di soldi.
Sul fronte “laico” sono fioriti ormai da tempo, quale sconcertante e prorompente immagine speculare ai “movimenti religiosi”, gruppi aderenti a “guru” barbuti, con addosso l’odore rivoluzionario del “Ché” e dei Centri sociali; gruppi molto attivi e, anche questi, presentissimi sul terreno sociale e politico e capaci d'indirizzare o condizionare la politica di un intero stato. Molti di tali gruppi sembrano figli del sindacato o del partito (o per lo meno sono difesi a spada tratta da partiti e sindacati, la qual cosa ci fa trasalire). Oltretutto, a noi, sprovveduti spettatori di tale attivismo, riesce difficile comprendere che giro facciano gli enormi flussi di denaro che tali strutture si trovano a maneggiare.
Vorrei esser chiaro. Non contesto quel poco o quel tanto di aiuto sociale che ognuna di tali strutture offre. Ma non riesco a non sospettare che chi sbandiera in continuazione le sue iniziative filantropiche possa avere forse altri scopi. Per cui in me si agita il sospetto. E si agita anche perché, in questo mondo disgregato, il bisogno d’”appartenenza” è talmente forte, da portare soprattutto nei giovani, la disponibilità a intrupparsi dietro qualsiasi surrogato di bandiera, o di santino rivoluzionario, che faccia sentire importanti, inseriti in un clan con cui condividere qualcosa; e che ci sia un teschio, o una croce, o il faccione barbuto del “Chè”, o lo stemma della squadra di calcio non fa gran differenza. Quello che conta è poter dire “io c’ero”.
Il confine tra tali “appartenenze” e l’inserimento in bande con pulsioni caotiche assai più convulse e destrutturanti, dove le droghe e l’assoluta assenza d’etica portano velocemente al massacro di qualsiasi bagliore di coscienza (leggi gruppi “satanici, etc.), è assai più labile di quanto si pensi.
Ma ciò che ci preoccupa realmente non sono tanto lo sperpero di risorse e l’asservimento al potere economico e politico di tali strutture, ma la sempre più evidente mancanza d'autonomia cerebrale, l’appiattimento acefalo su idealizzazioni “facili”, lo scarico delle coscienze da parte di coloro che si esaltano in tali “movimenti” e che si intruppano in un etica e in una pseudospiritualità “di massa” rinunciando a quelle individuali.
Tutti questi gruppi “spontaneisti” vengono genericamente chiamati “movimenti”, sia che abbiano un carattere religioso (dai papa boys agli altri esagitati dell’entourage cattolico) sia che abbiano tendenze prettamente sinistorse (dal fans club di Beppe Grillo o di Gino Strada ai movimenti transex). E si è in tal modo creata la mistica dei movimenti, rispettatissima e temuta, e grandi ondate di denaro e di potere oscillano da un “movimento” all’altro. Ma se la vitalità della Chiesa di deve misurare con quelle schiere di esagitati che urlano quale debba essere l’uomo da santificare a furor di popolo e che non sono capaci di tacere un momento di fronte al mistero che viene celebrato, forse vuol dire che anche religiosamente siamo ali sgoccioli.
Non si vuole fare di tutta l'erba un fascio, ma si vuole proporre ai lettori una riflessione: anche i “movimenti” sono fatti da uomini. E ovunque c’è un uomo c’è la possibilità che la potenza del Demiurgo si manifesti e lo illumini. Non sto mettendo in dubbio la genuinità, l’utilità, la sincerità dei “leader” (per lo meno, non di tutti). Sarà per la nostra formazione “pitagorica”, ma in generale diffidiamo da tutto questo muoversi, sia nell’ambito della religiosità ufficiale sia in quello socio-politico. Perfino la spiritualità e l’esoterismo sono preda dei “movimenti”. E se Terzani è un trend e crea, suo malgrado, movimenti sia a sinistra che a destra, e se nelle trasmissioni domenicali Claudia Kohl promuove la liturgia delle ore, affiancando gruppi e “movimenti” di varia natura, ci sentiamo sconcertati e avviliti.
Qualcuno ci ha detto che lo spirito si manifesta nel silenzio, nella discrezione, nella meditazione. Nessuno ci ha mai parlato di uno spirito orgoglioso di mostrarsi e ci sembra che tali sbandieramenti d’opinioni rappresentino una contraddizione in termini. Il trionfo del relativo e del personale in opposizione all’Assoluto.
Claudio Lanzi