Guido di Nardo: vita e opere (di E. Santacroce)

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Paolo Galiano et Al.: Guido Di Nardo. Vita e opere.

Edizioni Simmetria, Roma 2024; pp. 368, 15 illustrazioni in b/n. - € 31,00

Guido Di Nardo (n. Firenze 2 Giugno 1890, m. Lanuvio 6 Gennaio 1955) fu un personaggio dai numerosi e complessi interessi intellettuali ed esoterici: paleoantropologo e seguace delle teorie di Giuseppe Sergi; studioso di Storia dell’Arte e archeologo, il cui interesse andava in particolare ai “città saturnie” della Valle del Sacco in Ciociaria all’India, ove si recò di persona per studiare i templi dedicati a Šiva; sceneggiatore, regista e drammaturgo; politico e sindacalista; autore di articoli, saggi e libri; infine esoterista (o misteriosofo, come usava scrivere), passando attraverso esperienze diverse, dalla Teosofia alla Metapsichica fino alla Massoneria e al Rito Martinista.

Questi suoi vasti interessi dettero una particolare impronta alle opere che pubblicò nel suo percorso di scrittore, con un metodo che Gino Testi (Misteriosofia e Scienza, in “Vie dello Spirito”, Dicembre 1945) riassunse così: “Guido di Nardo ha affermato il problema misteriosofico su basi veramente scientifiche, abbandonando cioè le fonti letterarie e preferendo a queste i lumi della archeologia preistorica”, definizione in cui il termine “archeologia” dovrebbe esser sostituito con un più ampio “scienza dell’antichità”, ma che comunque mette in evidenza i due punti cardinali dei suoi lavori: intuizione metarazionale, fondata sull’ampia conoscenza delle religioni e dei Libri sacri, e conoscenza scientifica, basata non solo sui libri ma anche sull’esperienza personale. 

La sua opera come scrittore è rilevante per numero e qualità di lavori: pubblicò solo tre testi e di altri, preannunciati nei suoi saggi, sappiamo che erano in via di preparazione o portati a termine ma non furono stampati, mentre le sue opere minori (articoli comparsi su giornali e riviste e importanti saggi editi a puntate sulle pubblicazioni dell’epoca) sono più di cento; il corpus dei suoi scritti mette in evidenza la vastità dei suoi interessi culturali ed esoterici e lo sviluppo che essi ebbero nel passare degli anni.

Ricostruire compiutamente il pensiero di Guido Di Nardo è opera complessa che andrebbe affrontata con una serie di pubblicazioni, ma, non essendo possibile fare una riedizione integrale di tutti i suoi lavori minori (tre saggi comparsi nella “Biblioteca dei Curiosi” con ampia introduzione di Luca Valentini sono stati ripubblicati tra il 2022 e il 2024 nelle Edizioni Stamperia del Valentino di Napoli), in questo libro ne sono proposti solo alcuni che possono dare la misura dell’ampiezza delle sue ricerche, le quali vanno dalla genesi del cosmo alla nascita e diffusione della sapienza religiosa ed esoterica portata dai popoli arcaici dell’Italia (da lui identificata come la vera Atlantide) nel mondo mediterraneo, al mistero del “fuoco”, di cui è figura la potenza esplosiva dei vulcani, che per il Di Nardo ha avuto la sua massima espressione nel Vulcano Albano, immagine del Demogorgone, entità infera considerata già da Giovanni Boccaccio il primo e il più antico degli Dèi degli Antichi.

Di particolare importanza la biografia di Guido Di Nardo, che fino ad oggi non era mai stata realizzata, che è stato possibile ricostruire con l’aiuto di accenni sparsi in alcuni suoi articoli, di ricerche sui giornali dell’epoca, del suo epistolario, nonché di notizie fornite dai suoi discendenti appartenenti alla famiglia della sorella.

La sezione dedicata ai suoi rapporti con personaggi di rilievo dell’epoca (da Gabriele D’Annunzio al Direttore per le Antichità Roberto Paribeni, da Angelo Bruers a Evelino Leonardi) e con i “centri sapienziali” di Roma, di Napoli e di Firenze consentono di approfondire alcuni aspetti della sua vita poco conosciuti ma importanti per la genesi e lo sviluppo del suo pensiero.

Con questo testo di Galiano viene recuperato alla conoscenza della storia letteraria italiana un singolare personaggio che la “moda” culturale imperante ha messo da parte (o voluto mettere da parte?).

Enrico Santacroce

 

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