
Parlare di unità trascendente delle religioni nel nostro tempo è arduo perché occorre tracciare una precisa linea di demarcazione per escludere senza esitazioni tutto ciò che cerca di amalgamare i Misteri, la sapienza del Buddhismo e così via sulla base di un eclettismo che unisca tutti i fedeli di qualsiasi forma di exoterismo e i ricercatori di una conoscenza esoterica in un unico minestrone, con intento a volte "buonistico" in vista di una "pace dei popoli" che viene posta quale fine del radioso e inarrestabile "progresso dell’uomo".
Ogni religione, così come ogni via sapienziale, ha una sua particolare e specifica modalità d’essere che non ne consente la mescolanza in una sorta di "neo-religionismo": il cristiano d’Europa non mescola la sua ritualità con elementi propri del musulmano dei paesi arabi o all’ebreo d'Israele; non si può (e soprattutto non si deve) recitare il Pater Noster come un seguace di Maometto e, viceversa, i nomi sacri di Allah non possono confondersi col rosario cristiano, così come non ha senso per l’ebreo prendere parte all’Eucarestia.